The King, eternal monarch – KDrama

Sara Esposito/ Luglio 22, 2020/ Series/ 0 comments

Cambiando genere, e portando qualcosa di nuovo sul nostro sito, questo 2020 tanto nefasto sotto molti aspetti, ha portato sugli schermi asiatici e degli appassionati di drama una novità molto interessante. Il mondo del fantasy coreano era già stato aperto qualche anno fa, ma questa storia ha rinnovato non soltanto l’attore Lee Min-Ho da anni assente dagli schermi, ma anche un po’ l’intero genere.

Per chi non è un appassionato o non è abituato al mondo asiatico televisivo è difficile avere esperienze con i drama orientali, questo perché il loro stile è totalmente diverso da quello americano al quale noi italiani siamo abituati. Anche un gesto compiuto da una donna come coprire il bicchiere quando si beve alcol è un usanza orientale e non un semplice gesto involontario. Quindi se si decide di aprire i propri orizzonti più lontano nel mondo bisogna essere consapevoli che usanze, trame e storie d’amore saranno diverse.

Parlando della trama invece, The King è un ottimo prodotto televisivo, notevole il successo riscosso anche su Netflix. La storia è incentrata sul protagonista Lee Gon, interpretato proprio da Lee Min-ho, che in una realtà alternativa è il sovrano della Corea. Il paese di cui è re il protagonista non è in guerra tra sud e nord, ma ha ancora dei problemi irrisolti con gli stati confinanti come il Giappone. Nonostante ciò che si potrebbe pensare della monarchia, Lee Gon è un re particolarmente acclamato dal suo popolo, con un passato difficile, ed è proprio da quegli eventi della sua infanzia che inizia la storia. È anche interessante vedere come il mondo di Lee Gon non è molto diverso dalla realtà, la tecnologia è soltanto di poco più indietro, ma allo stesso tempo si conoscono figure importanti come Einstein e la sua teoria della relatività. Il contributo magico che fa di questa storia un fantasy è legato a una leggenda coreana, uno strano flauto magico spezzato a metà che collega il suo mondo a un altro. In questa realtà parallela (che sarebbe la nostra), alcune persone conservano caratteristiche sia somatiche che caratteriali di quelle del “Regno della Corea” di Lee Gon, mentre altri personaggi sono completamente diversi. Chiunque può spostarsi da un mondo all’altro se accompagnato da uno dei due possessori della metà di questo strumento.

Centrale punto della storia è che se la parte conservata da Lee Gon è al sicuro nelle mani del re, l’altra metà è di proprietà del principe Lee Rim, che ha assassinato il sovrano precedente, padre di Lee Gon, quando il ragazzo aveva solo otto anni facendolo diventare re dopo aver fallito nel tentativo di uccidere anche lui.

La trama così si infittisce, persone da un mondo all’altro iniziano a prendere possesso di vite che non gli appartengono, e mentre Lee Rim intende diventare possessore dell’intero flauto e di tutto ciò che è di Lee Gon, il re viaggia da un mondo all’altro per salvare quelle e tutte le altre realtà, trovando anche l’amore che sembra destinato a una fine triste. 

  1. Per iniziare ad appassionarsi ai drama (per chi non li ha mai visti) questa è una storia contemporanea, uscita solo un mese fa, e fatta molto bene
  2. Per chi non ha molta simpatia per i personaggi un po’ stereotipati del genere, qui non ce ne sono. Niente amnesie improvvise, niente ragazzi indisponenti e ricchi, e niente ragazze stupide ma belle.
  3. Ad interpretare la coprotagonista di Lee Min-ho è Kim Go-eun, che interpreta Jung Tae-eul, grande attrice protagonista anche di Goblin, un altro successo del genere drama fantasy, ma in vesti completamente diverse.
  4. In generale tutti gli attori, compreso Woo Do-hwa sono eccezionali e soprattutto alcuni di loro si ritrovano anche a gestire due ruoli nello stesso momento.
  5. Oltre che a far riflettere sulle realtà alternative, apre anche ad altre riflessioni, approfondite in altri drama, come la situazione delle due Coree e tutte le difficoltà che vive un paese spaccato in due.

Una trama ben studiata e interessante, anche se con qualche punto di incomprensione. Quando nei film o nei romanzi, si gioca con il tempo e con i mondi paralleli, non è facile riuscire a far coincidere tutti i punti di questo complicato puzzle, tuttavia questa storia è ben rifinita. Lee Min-ho, nei panni del re Lee Gon è in grado di rappresentare un sovrano moderno, cresciuto troppo in fretta, ma responsabile del proprio paese e del potere che pesa sul suo capo. La ferita che è costretto a portarsi dentro sin da piccolo, quando vede suo zio Lee Rim uccidere il padre, è una cosa con la quale il sovrano deve fare i conti nel corso della storia. Il flauto, questo magico strumento dal potere di far viaggiare tra i mondi è un oggetto centrale, e legato a un grande segreto, quello dell’anziana donna sempre accanto al giovane re. Insieme alla donna, al fianco di Lee Gon, c’è Jo Yeong (Woo Do-hwan) che lo segue e sostiene in qualsiasi cosa lui faccia. Ottimo personaggio, con un carattere forte e un cuore colmo d’amore, strettamente immerso nel suo ruolo e che nel viaggio tra le due realtà conosce un’altra parte di sé, Jo Eun-seob, amico di Jung Tae-eul (amore di Lee Gon nel nostro mondo), ragazzo giovane e un po’ immaturo che però si prende cura dei suoi fratellini (mai nati nel Regno di Corea di Jo Yeong) e con un amore nascosto da tanto tempo. Vedere questi due personaggi a confronto, è come guardarsi allo specchio e vedere ciò che di se stessi si è sempre nascosto, qualcosa che ci potrebbe far pensare a cosa di noi ci piace e cosa invece andrebbe cambiato, e chi vogliamo essere davvero.

È appassionante anche come, in questo drama, il pubblico non sa cose estranee ai personaggi molto tempo prima che lo scoprano, e ciò che si sa non è assoluto o certo, si hanno solo delle piccole scene, e quindi si può viaggiare totalmente immersi nella storia, come persone all’interno di un racconto.

Parlando invece di questa realtà parallela, che sarebbe la realtà che viviamo noi, dove l’antagonista Lee Rim sconvolge le vite dei personaggi, è un mondo esattamente come lo conosciamo oggi, ma dove presto scopriamo l’esistenza di persone che non vi appartengono, e che cercando di avere una realtà diversa e migliore hanno ucciso e preso il posto di se stessi in quel mondo. In questa realtà, ad esempio, lo stesso Lee Rim riesce a ottenere ciò che vuole, ovvero uccidere Lee Gon, che non è un re ma solo un bambino. Lee Rim uccide anche il suo sé nella realtà “nostra” portando il suo cadavere nel Regno di Corea e fingendosi morto. Questo è uno degli enigmi che Lee Gon dovrà risolvere per capire come stanno realmente le cose, e chi sia il suo nemico.

La protagonista femminile, invece, Jung Tae-eul nel nostro mondo, e Luna nel Regno di Corea (Kim Go-eun), è un personaggio stupendo, una donna forte e un po’ bizzarra nel vestire, che decide di “avere coraggio per chi non lo ha” e che dedica la sua vita a scovare i criminali pericolosi, coinvolti in crimini violenti e assegnarli alla giustizia, è in realtà una donna con un grande cuore, amata dal padre e dagli amici, esattamente tutto quello che Luna, non ha mai avuto dalla sua vita. Nel Regno, infatti, Luna non è stata così fortunata, e per un attimo tenta anche di rubare la vita di Jung Tae-eul, il problema è che c’è una cosa che lei non avrà mai: il tempo. Luna è gravemente malata, e non le resta tanta vita davanti. Per questo il tentativo di Jung Tae-eul di permetterle di vivere la fine della sua vita come sé e di vivere al fianco del re, non sembra una soluzione tanto cattiva, tuttavia il destino di queste persone sarà inevitabilmente collegato a Lee Gon e al suo principale nemico Lee Rim.

La soluzione presa dal sovrano, per chiudere per sempre le discrepanze portate da suo zio, sembra drastica e senza uscita, perdere per sempre l’amore della sua vita che non appartiene alla sua stessa realtà sembra l’unica soluzione per salvare i due mondi, ma il finale non delude gli appassionati delle storie d’amore a lieto fine.

Il racconto, tuttavia, non arriva a una vera e propria conclusione, Jung Tae-Eul vive la settimana lavorativa come detective di crimini violenti nel nostro mondo, per poi passare i weekend insieme al re a spasso per il tempo, ma poi? Quando il sovrano Lee Gon avrà raggiunto un’età in cui si dovrà necessariamente sposare, lascerà tutto per unirsi a quel mondo? E dove vivrà esattamente il futuro sovrano del Regno di Corea, in un mondo dove non sarebbe dovuto nascere oppure in uno dove da grande sarà un re? Tutte queste risposte non sono parte del finale, ma vengono lasciate all’interpretazione e alla fantasia di chi si appassiona a questa storia.

 

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