Goblin – KDrama

Sara Esposito/ Agosto 5, 2020/ Series/ 0 comments

Trasmesso tra dicembre 2016 e gennaio 2017, Goblin è stato un ottimo prodotto televisivo, ha colpito il cuore dei fan, tanto da spingere gli sceneggiatori a racchiudere in 3 puntate finali i retroscena, i pensieri degli attori e i commenti delle fasi più salienti delle riprese. Non c’è da dubitare che sia stato organizzato uno staff eccezionale, con grandi attori e con dei copioni fantastici. È davvero divertente vedere cosa sia successo realmente agli attori quando si giravano le scene, anche se per un attimo regala una falsa speranza… su Viki – piattaforma sulla quale si può trovare il drama, infatti, lo porta come prodotto da 20 puntate, anche se in realtà sono soltanto 16 le puntate effettive, visto che le ultime 4 sono i commenti degli attori.

La trama è senz’altro sorprendente, soprattutto se si considera che è collegata anche ad un altro drama qua recensito (clicca qui – Hwarang). Il protagonista di questa storia è Kim Shin, generale della dinastia Goryeo.

Il legame tra questo e il kdrama Hwarang è di natura temporale. Hwarang è ambientato nel periodo di scissione dei tre regni, se supponiamo che il protagonista sia proprio Kim Yushin, allora la fine del kdrama potrebbe portare all’epoca di splendore del regno di Silla, quando sotto questo generale si riunirono i tre regni. Seguendo questa ipotesi, il potere di Silla e la separazione dei tre regni a posteriori sarebbe avvenuta proprio nel 935, quando Silla si sottomise alla dinastia dei Goryeo, alla quale Kim Shin, il generale protagonista di Goblin, aveva giurato fedeltà. Sembrerebbe un collegamento interessante, anche se da approfondire ulteriormente.

In ogni caso, ritornando al nostro drama, Kim Shin a causa delle sue grandi capacità belliche e i continui apprezzamenti del popolo, il re gli assegna missioni dove sarebbe dovuto morire, mentre lui tornava sempre vincitore. Accecato dal potere il re decide quindi di esiliarlo, ma convinto di non aver fatto altro che il volere del re Kim Shin prende la decisione di sfidarlo, nonostante ad ogni suo passo verso il re, fossero uccisi uomini e donne innocenti. Tra questi c’è Kim Sun, la sorella di Kim Shin e promessa sposa del re. Quando alla fine il generale viene pugnalato dal suo secondo ed è in punto di morte, dio, decide di punire Kim Shin per tutte le morti da lui causate.

La punizione per Kim Shin è questa diventerà un dokkaebi, ovvero un Goblin, una figura che ha il compito di aiutare gli esseri umani e a volte facendo loro degli scherzi. In questo modo Kim Shin non invecchierà mai più e non potrà morire, la spada conficcata nel suo cuore sarà ciò che lo terrà in vita anche se nessuno potrà estrarla. Solo una donna, la sposa del Goblin potrà estrarre la spada e donare al generale la pace.

Nel corso dei secoli e dei millenni, Kim Shin trova negli eredi del suo secondo una stirpe di suoi servitori, l’ultimo dei quali è Yoo Deok-hwa, ragazzo ancora immaturo ma con un grande cuore, che stipula un contratto d’affitto che porterà Kim Shin a convivere con un Cupo Mietitore, colui che ha il compito di accompagnare le anime delle persone morte nella prossima vita.

Titolo originale: 쓸쓸하고 찬란하神 – 도깨비

Anno: 2016-2017

Tipologia: k-drama

Genere: storico, fantasy, romantico

Puntate: 16

Ideatore: Kim Eun-sook

  1. È un prodotto molto famoso e accettato positivamente sia dalla critica che dai fan, quindi se si spulcia il genere del kdrama non si può non conoscere questa serie.
  2. Gli attori sono tutti bravissimi Gong Yoo (nei panni di Kim Shin), Yoo Sung-jae nei panni del giovane Deok-hwa, e anche Lee Dong-wook nei panni del cupo mietitore.
  3. L’attrice che interpreta la protagonista femminile, è Kim Go-eun, che nel 2020 ha interpretato il ruolo di protagonista anche in un altro drama di enorme successo: The king.
  4. Le scene nel passato sono perfette ed emozionanti, lo stesso vale per le parti che vedrete nel “futuro”
  5. Non c’è nulla di scontato in questa serie TV, nemmeno il finale, quindi va vista, anche se molti fan non hanno potuto far a meno di versare qualche lacrima

Drama davvero eccellente, con ottimi attori e una grande storia da raccontare. Tutti, compreso il personaggio del Cupo Mietitore, hanno un passato, e vedere come questi si intrecciano lascia davvero a bocca aperta qualsiasi spettatore.

L’unico personaggio che all’inizio un po’ stona, soprattutto per chi ha già visto altri suoi lavori più recenti, è proprio quello di Ji Eun-tak, ovvero Kim Go-eun. Questo perché l’attrice ha dovuto interpretare un ruolo di una bambina all’ultimo anno di scuole superiori, quindi ancora nel pieno della sua adolescenza, e nonostante Go-eun se la sia cavata egregiamente nei panni di Eun-tak, la sua versione adulta è senz’altro un abito migliore per un’attrice del suo calibro. Questo perché se c’è una cosa che può sembrare davvero “fastidiosa” in alcune di queste produzioni, sono proprio i personaggi femminili, e anche in questo caso, Eun-tak è una bambina, nonostante sia tra le più mature della sua età, resta comunque una giovane donna ancora immatura.

La stessa immaturità che si riscontra anche nel personaggio del Cupo Mietitore, ad esempio, nei confronti dell’amore. Questo personaggio, infatti, fa riflettere molto sulle esperienze che ognuno può avere nei confronti di cosa sia l’amore. Il giovane, anche se cinico, costruisce intorno a sé uno scudo che va in frantumi quando rivede Kim Sun, anche se non ricorda il perché. Solo una volta che i ricordi gli verranno restituiti il Cupo Mietitore ricorderà cos’è l’amore e maturerà davvero. Una domanda, infatti, che mi sono posta sin dall’inizio è proprio questa: “se i Cupi Mietitori hanno il compito di accompagnare le anime, considerato che nella loro esistenza precedente si sono tolti la vita, perché devono dimenticare la loro vita passata?”. Capisco che altrimenti non sarebbero in grado di svolgere il loro lavoro perché presi dai rimpianti del passato, ma come può un uomo redimersi di ciò che ha commesso, se non è in grado di ricordarselo?

Naturalmente se si guarda l’insieme di questa storia, la risposta sorge naturale, Goblin e il Cupo Mietitore non avrebbero mai potuto stringere un qualsiasi legame se fosse stato chiaro dall’inizio chi era stato davvero Cupo Mietitore nella sua precedente vita. Tuttavia, come molte altre storie ci hanno dimostrato, e come molte persone dovrebbero capire, spesso è più difficile perdonare, che vendicarsi di un torto subito.

La Divinità 

Come è stato fatto per “La sposa di Habeak” anche qui necessita uno “speciale”. In quell’occasione, questo drama è stato citato proprio per la figura del Goblin, ovvero una sorta di “dio” come viene anche spesso tradotto, dal potere di interferire con le vite degli esseri umani. Ma se allora Goblin è un dio ma non è davvero una divinità assoluta, come rappresentare il volere di un essere superiore?

Questa domanda non ha una risposta semplice. In molti prodotti di questo tipo, le divinità o il nostro dio occidentale, si mostra sempre in modo diverso. Per questa storia ad esempio, l’essere superiore non viene rappresentato da un’entità definita, può essere una farfalla (normalmente vista intorno a Kim Shin), può essere un’anziana signora che dona a Eun-tak una lattuga, oppure può “prendere in prestito” momentaneamente corpi vivi come nel caso del giovane Yoo Deok-hwa, che ha spesso ospitato dio per far in modo che tutti i pezzi andassero al loro posto.

Potrebbe essere davvero strano, per una persona così lontana da questa cultura, accettare l’idea che dio si presenti agli esseri umani, seppure sotto forme diverse, questo perché gli occidentali credono che ad aiutare le persone viventi ci siano gli angeli custodi, le anime dei parenti che ci accompagnano anche dopo la loro morte, i Santi, ma non Dio in persona. Beh, probabilmente avere la possibilità di esplorare questo mondo globalizzato, ci farà conoscere sempre di più culture diverse, esperienze uniche e modi di pensare lontani dai nostri, e non vedo l’ora di scoprirne di nuovi.

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