Magic

Sara Esposito/ Novembre 11, 2020/ Books/ 0 comments

VE Schwab, Vol I, New Compton Editore – Vertigo, 2017

Le quattro Londra sono il centro della trilogia firmata V. Schwab, scrittrice fantasy americana definita brillante dal famosissimo The Guardian. La trilogia, che in inglese porta il titolo “Shades of Magic”, in italiano ha tre volumi:

  1. Magic
  2. Legend
  3. Dark

Con uno spin-off tra il secondo e il terzo libro: Evil.

Devo dire che la serie sembra molto promettente, Magic, essendo il primo volume, è quello che serve un po’ anche da incipit per raccontare la storia. Kell, il nostro Antari, racconta dal suo punto di vista cosa siano le “quattro” Londra, che lui definisce nera, bianca, rossa e grigia, e cosa caratterizzi ognuna di esse.

Ho apprezzato molto la penna di Schwab, anche se forse molto narrativa e poco incisiva nel far risaltare il carattere dei personaggi all’interno dei dialoghi, piuttosto che con una descrizione minuziosa delle loro fattezze e dei loro atteggiamenti.

Sebbene ci sia questo piccolo particolare, ho apprezzato molto la trama originale della storia e soprattutto la parziale assenza di una storia d’amore che sarebbe stata molto forzata.

Magic è un libro che parla della magia, non di chi sa usarla o di cosa si può fare quando si hanno dei poteri. La magia, nelle pagine della Schwab è qualcosa che ha vita propria, che sceglie a chi piegarsi e a chi no, che ha le sue sfumature, non è né bene né male, ma come ogni strumento nelle mani dell’uomo è lo stesso a scegliere come usarlo.

Consigliato? Assolutamente sì!

Vi lascio qui la trama del libro direttamente dal sito della casa editrice italiana: Newton Compton Editori

Kell è uno degli ultimi maghi della specie degli Antari ed è capace di viaggiare tra universi paralleli e diverse versioni della stessa città: Londra. Ci sono la Rossa, la Bianca, la Grigia e la Nera, nelle quali accadono cose diverse in epoche differenti. Kell è cresciuto ad Arnes, nella Londra Rossa, e ufficialmente è un ambasciatore al servizio dell’Impero Maresh, in viaggio alla corte di Giorgio III nella Londra Grigia, la più noiosa delle versioni di Londra, quella priva di magia. Ma Kell in verità è un fuorilegge: aiuta illegalmente le persone a vedere piccoli scorci di realtà ai quali, solo con le proprie forze, non avrebbero mai accesso. Si tratta di un hobby molto rischioso, però, e Kell comincia a rendersene conto. Dopo un’operazione di trasporto illegale andata storta, Kell fugge nella Londra Grigia e si imbatte in Delilah, una strana ragazza che prima lo deruba, poi lo salva da un nemico mortale, e infine lo convince a seguirla in una nuova avventura. Ma la magia è un gioco pericoloso e se vuoi continuare a giocare prima di tutto devi imparare a sopravvivere…

5 motivi per leggerlo

  1. Nonostante la scrittrice non sia molto conosciuta, questa è una trama che non va nei soliti cliché e merita un’occasione da qualsiasi lettore fantasy
  2. Tra le pagine di Magic, come io spero anche negli altri capitoli della trilogia, si trovano intrighi e misteri travolgenti, che tengono il lettore sul filo del rasoio e lo spingono a fare deduzioni nell’attesa di scoprire la verità. Personalmente adoro le storie dove chi ha il libro tra le mani scopre gli eventi e le ripercussioni degli stessi insieme ai personaggi, rende la lettura molto più appassionante.
  3. Non troviamo personaggi infantili, senza spina dorsale, nemmeno dal lato femminile. La protagonista, infatti, non è né una principessa da salvare, né una fanciulla che crede ciecamente nell’amore. È una donna che sa cosa vuole e fa davvero di tutto per ottenerlo.
  4. In un romanzo di questo tipo, non mancano di certo le scene un po’ sanguinolente, battaglie, giochi di potere, come ogni storia che si rispetti dove la posta in gioco è un regno sul quale governare, beh in questo caso di regni ce ne sono anche molti.
  5. Ogni tessera del puzzle sembra cadere al punto giusto e il libro (senza fare spoiler di nessun genere) ha davvero una conclusione giusta. Non un finale da romanzo rosa che ci fa pensare “ma come è possibile che sia successo?!” ma nemmeno uno del tipo “non poteva lasciarmi così” è quell’epilogo che ti spinge ad acquistare il prossimo volume per sapere come prosegue la storia e cosa farà Kell dopo gli eventi che è costretto a superare.

Ebbene se avete aperto questa finestra, vuol dire che il libro l’avete letto, sarei curiosa di scoprire cosa ne pensate… Personalmente sono rimasta piacevolmente colpita dal contesto, il racconto, i personaggi e secondo me questa trilogia meritava più attenzioni anche qui in Italia.

Quando nelle scene Lila racconta di come vede effettivamente in Londra rossa, l’aria riflettere quel colore e come comprende l’associazione cromatica di Kell, l’ho immaginata anche io. La storia è fluida anche se ci troviamo dinanzi a cambiamenti del punto di vista narrante, che ci consente di avere un altro tassello di quel puzzle che stiamo costruendo.

A dispetto della trama, i dialoghi sono un po’ il tasto dolente della storia. Partendo dal fatto che la scrittrice immagina che ognuno di questi mondi, abbia un linguaggio diverso dall’inglese, ci tiene a conservare questa caratteristica anche all’interno dei dialoghi. Questo è un espediente nel quale Schwab si muove egregiamente, ma comunque è difficile leggere una lingua che non si conosce e subito dopo la traduzione della stessa frase ascoltata da Kell. È un po’ come se per capire cosa dice un personaggio dobbiamo attendere la traduzione di un interprete. Questo lo rende da un lato originale, dall’altro un po’ contorto. Tuttavia, il problema più grande sta proprio nell’originalità, tutti noi sappiamo che la traduzione di qualcosa in un’altra lingua perde un po’ il lato pungente di ciò che si esprime nella lingua originale. Ebbene, mantenere la lingua “sconosciuta” di Londra rossa o bianca e poi mostrare la traduzione di quelle parole da un preciso punto di vista, ci fa perdere il colore che quel determinato personaggio voleva dargli, anche se questo non fa altro che accentuare e farci comprendere il carattere dell’osservatore. In che senso? Beh, per la maggiore i dialoghi in lingua diversa dall’inglese sono vissuti dal punto di vista di Kell, dell’Antari viaggiatore, quindi anche la sua traduzione di quello che ascolta è qualcosa che viviamo dal suo punto di vista. Se Kell fosse stato un personaggio arrabbiato, svogliato, pungente o vanitoso, avremmo avuto probabilmente delle traduzioni diverse, no?! Almeno a me piace pensarla in questo modo.

I personaggi sono favolosi. Questo perché non ci sono enormi cliché triti e ritriti in cui ci si imbatte spesso, Lila è una donna indipendente, che anche se prova qualcosa per Kell, perché tra i due si vede chiaramente che c’è un’ottima intesa, parte per l’avventura, perché a prescindere dall’amore è ciò che ha sempre sognato. Kell, invece, sembra un uccello chiuso in una gabbia d’oro e tutto enfatizza questo concetto: il suo rapporto con il fratello – erede della famiglia reale – Rhy, gli scontri con Holland, il suo modo di comportarsi con il Re e la Regina, tanto quanto con le guardie reali. È un personaggio di cui viviamo le grandi capacità magiche, ma anche la sofferenza, il non sentirsi al posto giusto e la prigionia che costa vivere tra la famiglia reale senza essere membro della stessa.

In questi termini anche Holland è un personaggio affascinante, se la prigione di Kell è d’oro, la sua è tanto terribile quanto devastante. Libero di non provare nessun sentimento per gli altri, è completamente impossibilitato da avere dei pensieri e delle volontà proprie, perché è stato marchiato dai fratelli Dane, i regnanti della Londra bianca. Quando alla fine muore, Kell nel suo sguardo legge quasi la libertà alla quale andava incontro nonostante questo ponga fine alla sua vita… ma, io mi chiedo, prima di leggere il volume II, Holland è davvero davvero morto? Io diffido di ciò, è l’antitesi di Kell, è – per quanto ne sappiamo – l’unico Antari rimasto insieme al nostro Kell, non può scomparire in modo così semplice, vedremo come andrà a finire.

Affascinata, quindi, dalla trama e dai personaggi di questo racconto, fremo nel leggere il secondo volume, e nel frattempo, vi lascio qui di seguito la trama, sempre dal sito della casa editrice di Legend.

Dopo la Notte Nera, una nuova minaccia incombe su Londra Grigia, Londra Bianca e Londra Rossa.
Sono passati quattro mesi da quando Kell ha trovato la pietra nera. Quattro mesi da quando ha incrociato il suo cammino con quello di Delilah, Rhy è stato ferito e i terribili gemelli Dane sono stati sconfitti. Ma, soprattutto, quattro mesi da quando la terra ha inghiottito il corpo di Holland insieme alla pietra, trascinandoli per sempre a Londra Nera. Le vite di Rhy e Kell ora sono indissolubilmente legate: se Kell muore, muore anche Rhy. Di notte, gli incubi perseguitano Kell con le immagini vivide degli eventi magici che si sono susseguiti e con il ricordo di Lila, sparita come era sua intenzione sin dall’inizio. Intanto, mentre a Londra Rossa fervono i preparativi per i Giochi degli Elementi, una competizione magica internazionale, un’altra Londra si sta lentamente risvegliando. Come un’ombra che, invece di dissolversi al mattino, accresce la sua oscurità, Londra Nera sta nuovamente interferendo con l’equilibrio magico. E per ripristinare l’ordine è necessario che un’altra Londra cada…

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